martedì 4 dicembre 2012

ENNESIMA TRAGEDIA, MUORE UN GUARDALINEE

Guardalinee ucciso in Olanda da tre ragazzini che lo hanno aggredito fino ad ammazzarlo al termine di una partita amatoriale. L'uomo, Richard Nieuwenhuizen, 41 anni, lascia tra gli altri, un figlio che pare giocasse con una delle due squadre.
Amici lettori, lo sport dalla sua nascita nell'antica Grecia, è fonte di educazione, è attività sociale, è un divertimento. E io mi chiedo dov'è finito quel tipo di sport? Perchè signori, questo non è sport! Non si può morire dopo una partita di calcio. Pensate a quel povero figlio che si chiederà il motivo della morte del padre, e dovrà rispondersi che la sua colpa era di essere un guardalinee. Vi pare normale tutto questo?
Da dove viene questa violenza, perchè succede tutto ciò? 
E' solo l'ultimo di una serie di attività criminali che circondano il mondo sportivo. E poi ci lamentiamo che negli stadi non ci sono bambini? Ma perchè un genitore dovrebbe portare il figlio allo stadio? Per assistere a scene di ordinaria follia e magari rimanere immischiati dentro una carica della polizia? Cosa insegna lo sport di oggi ai bambini per cui un padre dovrebbe essere spinto ad entrare con il figlio allo stadio? Pensiamoci bene amici lettori, e molto probabilmente arriveremo alla risposta che lo sport di oggi insegna poco o niente di positivo (ovviamente generalizziamo la parola sport, ma ci sono le dovute eccezioni). 
Ed allora riflettiamo su questa ultima vicenda, l'ennesima, e forse (scusate la brutalità e il pessimismo), neanche l'ultima. E' il momento di cambiare, è il momento di crescere, perchè nella vita bisogna lottare per cose molto più importanti di una partita di calcio. Sembrerà una frase fatta, ma è la realtà. Cambiamo un pò tutti, e forse di queste notizie non ne leggeremo più, neanche su questo blog che dovrebbe parlare di tutt'altre vicende sportive. Alla prossima amici lettori, sperando di parlare di vero sport.

                                                                         Alfredo Sitti  

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